Ottavo classificato

Il Dr. Saettini è un medico che lavora presso il Dipartimento di Pediatria, Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la Mamma, Università della Milano-Bicocca, Monza. Lavora nel gruppo di Dr. Carmelo Rizzari referente delle associazioni AIEOP. L’articolo proposto per la competizione il Miglior Articolo Scientifico si intitolaHermansky-Pudlak syndrome type II and lethal hemophagocytic lymphohistiocytosis: Case description and review of the literature.” In questo articolo si analizza un caso clinico di un paziente affetto da Hermansky-Pudlak di tipo II (HPSII) che ha sviluppato una HLH dagli esiti letali. Grazie ad una indagine bibliografica, si mette in evidenza che l’alterazione della capacità citotossica in questi pazienti è associata al rischio di sviluppare HLH.

Il lavoro presentato dal Dott. Saettini, è una descrizione di caso di HLH associata all sindrome di Hermansky-Pudlak e rientra nei casi cosiddetti “rari” di una patologia già di per sé rara come l’HLH. Gli autori riportano anche una breve descrizione di altri casi rari simili per evidenziare l’importanza di approfondire gli studi anche su queste casistiche per poter comprendere meglio quali sono i reali rischi di sviluppare HLH spesso letali in soggetti con immunodeficienze e altre sindromi correlate.

Si è visto infatti, che molte immunodeficienze primarie severe sono associate ad un rischio di predisposizione all’insorgenza di HLH. Tra queste quelle associate a difetti nel traffico dei lisosomi, di cui gli autori analizzano la Sindrome di Hermansky-Pudlak di tipo II (HPSII) che è una condizione autosomica recessiva causata da mutazioni nel gene AP3B1/ADTB3A che codifica per una proteina AP-3 coinvolta nello scambio di proteine mediato dai lisosomi. La sua assenza causa un non corretto traffico e trasporto vescicolare soprattutto nelle piastrine, malanociti, linfociti T citotossici e cellule natural killer (NK) Questo causa un quadro multiplo di difetti clinici, come albinismo, difetti piastrinici, neutropeia, dismorfismi facciali e fibrosi polmonare. Recentemente è stato descritto anche un caso che ha sviluppato HLH in età adolescenziale purtroppo ad esito fatale, con un difetto nel gene RAB27A in eterozigote. Mutazioni in omozigosi di questo stesso gene sono stati trovate come causa della sindrome di Griscelli di tipo II descritta come fortemente associata ad HLH. Gli autori quindi approfondiscono la descrizione di questo caso e fanno una ricerca bibliografica su altri casi di HPSII che hanno manifestato HLH per capire il reale rischio in questi pazienti di sviluppare HLH.

Così identificano altri casi con difetti nel gene AP3 e nei meccanismi di traffico dei lisosomi che hanno manifestato HLH parziale o completa. In particolare, una totale assenza di questo gene o una riduzione drastica con conseguente assenza di attività citolitica, sono associati ad un rischio più alto. Gli autori dunque suggeriscono che il rischio di HLH in soggetti affetti da HPSII deve essere tenuto in debita considerazione nel trattamento di questi pazienti. Inoltre, in considerazione che recenti studi hanno discusso la possibilità di un trapianto di cellule staminali ematopoietiche preventivo per migliorare la prognosi di soggetti geneticamente predisposti all’HLH, ma asintomatici, gli autori suggeriscono che questo approccio possa essere discusso anche in famiglie o pazienti che portano mutazioni di del gene AP3B1 con fenotipi severi. Tutto questo tuttavia richiede ulteriori approfondimenti dal punto di vista molecolare per stabilire una reale associazione tra HLH e HPSII che potrebbe essere avvantaggiata da una condivisione di casi rari associati ad HLH.

Articolo

Dell’Acqua F, Saettini F, Castelli I, Badolato R, Notarangelo LD, Rizzari C. Hermansky-Pudlak syndrome type II and lethal hemophagocytic lymphohistiocytosis: Case description and review of the literature. J Allergy Clin Immunol Pract. 2019;7(7):2476–2478.e5.