BIANCA

“Eravamo tornati da poco da un viaggio in India, nel gennaio 2012, e io ero al mio primo giorno di rientro di lavoro dopo la maternità quando Bianca si è ammalata. Aveva appena cinque mesi e dormiva, dormiva, dormiva, alternando momenti buoni a giorni in cui aveva la febbre e non mangiava. Mai ci saremmo aspettati, però, che avesse una malattia grave, pensavamo che fossero singole infezioni e che tutto sarebbe passato. Il primo controllo ematico ha portato al ricovero immediato; il primo pensiero è stato ad un parassita che si trova in India e che dà la stessa sintomatologia di questa famigerata HLH. Pochi giorni dopo abbiamo avuto la diagnosi e non era il parassita indiano. Le condizioni di Bianca erano nel frattempo peggiorate e diventate critiche: il suo fegato era fermo e lei completamente gialla. Ci veniva detto di prepararci al possibile “peggio”.
Le prime cure somministrate hanno portato ad un visibile miglioramento e, dopo un mese di ospedale, cominciavamo persino a sentire la parola “dimissioni”.

Purtroppo però, una notte, Bianca ha subito due arresti cardiorespiratori ancora privi di spiegazione. È stata rianimata con successo e ha passato 9 giorni in terapia intensiva.
In questi nove giorni, la malattia è stata posta sotto controllo, gli esami si sono normalizzati (nei limiti di una situazione comunque delicata). Circa due mesi dopo il primo ricovero siamo potuti tornare a casa e continuare le cure in Day Hospital. Dopo la fine del ciclo chemioterapico minimo, è seguito il ricovero in camera sterile per il trapianto dal fratellino.
Massimiliano, all’età di tre anni, è entrato in sala operatoria spavaldo, annunciando che avrebbe salvato la sua sorellina. Aveva ragione…
Dopo il trapianto, Bianca si è sottoposta ad un’ultima operazione perché il catetere venoso centrale, molto grande per una bimba di nove mesi, si è staccato.
È stato però solo l’ultimo inconveniente. Dopo il trapianto, Bianca è stata sempre meglio. A dicembre è stato possibile toglierle il catetere, a febbraio 2013 ha finito gli ultimi farmaci, ora è una campionessa di nuoto.”

La sua mamma Bea.

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